I motivi che ci portano a cercare
un rapporto di coppia sono molto diversi ma, se si chiedesse a qualcuno che
cosa cerca in un partner, la risposta sarebbe molto probabilmente “amore”, come
se questa parola in sé fosse una spiegazione sufficiente. Sul dizionario, sotto
la voce “amore” troviamo questa definizione: “dedizione appassionata ed
esclusiva, istintiva e intuitiva fra persone, volta ad assicurare reciproca
felicità, o la soddisfazione sul piano sessuale”.
L’esperienza clinica rivela che
questa definizione è assolutamente errata
per avere una vita di coppia soddisfacente. In psicoanalisi si usa
l’espressione “collusione” di coppia, dal latino “colludere”, giocare insieme,
nell’accezione spesso inconscia e non ammessa, di gioco in comune inconscio,
tra i partner, i quali vi ricorrono e la mantengono ai fini di difesa e
superamento delle angosce e dei sensi di colpa da cui sono accomunati.
Attraverso la collusione i partner si sentono ineluttabilmente connessi l’uno
all’altro (Jurg Willi, La collusione di coppia).
Sostanzialmente, quindi,
cerchiamo qualcuno che possa concepire il rapporto di coppia così come lo
intendiamo noi e ce ne innamoriamo. Infatti non per tutti stare in coppia ha lo
stesso significato. Prendiamo ad esempio
i personaggi di “In Amore & in Amicizia” (Silele Edizioni, 2015) di
Eleonora Castellano, docente e psicologa.
Ognuna delle coppie descritte
rappresenta un modo diverso dello stare in relazione con l’altro, un modo che
parte dalle diverse personalità di chi lo vive.
I protagonisti sono tre amici che
si conoscono da vent’anni, da quando erano compagni di liceo, e che si trovano
a gestire le loro relazioni di coppia.
Teresa è una madre di famiglia,
una donna che ha rinunciato alla sua personale formazione per dedicarsi alle
figlie; suo marito Attilio è un uomo gentile che si occupa con affetto delle
bambine ma poco di lei. La loro unione è avvenuta in età giovanile. L’autrice
ci parla poco di come si sono scelti ma possiamo immaginare che abbiano avuto
in comune questo desiderio di sentirsi creativi tramite il concepimento e la
crescita dei figli e questo a scapito della propria creatività individuale. Leggiamo,
infatti, che Teresa è insoddisfatta del suo lavoro di impiegata e vede nella
routine quotidiana una prigione più che un senso di sicurezza.
In età adolescenziale avere un
partner ha la funzione di formare l’identità dell’individuo, che si sente riconosciuto
dall’altro. La creazione di una famiglia poi legittima l’individuo a sentirsi
adulto e avere una posizione sociale.
Leggendo il romanzo viene quasi
da pensare che Teresa ha dovuto cercare con questa modalità un suo posto nel
mondo in opposizione a quello dell’amica Rossana che già giovanissima era una
famosa modella. Probabilmente quello di non mettersi in competizione con lei è
stato il modo che Teresa ha trovato per realizzarsi senza essere gelosa di una
persona a cui voleva bene.
L’identità, pur essendo per certi
versi stabile, per altri è mutevole. Non sorprende quindi che ad un certo punto
della sua esistenza Teresa non si senta più felice e appagata dal ruolo di
mamma e moglie, che si è cucita addosso per molto tempo.
Riemergono così in Teresa i
desideri di una realizzazione personale, che prendono la forma della relazione
clandestina con un fotografo: paradossalmente sarà l’impossibilità di questo
rapporto a tenere in piedi la relazione. L’adrenalina sta proprio nella
proibizione e nella certezza che i due non avranno un futuro insieme.
Il procrastinare il futuro è
invece il collante della relazione di Rossana e Carlo. A differenza di Teresa e
Attilio, essi hanno investito molto su di sé e sulla loro carriera personale.
Il loro bisogno di un partner è più simbolico che reale, stanno entrambi
abbastanza bene nella loro solitudine.
La posizione sociale costituisce
per entrambi un vanto e la loro relazione così a distanza permette loro di
sognare un rapporto perfetto: quando si vedono è sempre come essere in vacanza,
lontano dalle responsabilità degli adulti. Entrambi hanno una personalità
narcisistica fallica-esibizionista dove
il successo negli affari e i contatti sociali accrescono la loro autostima. Essendo
entrambi personalità di spicco del loro ambiente, hanno bisogno del loro
entourage perché è il riconoscimento altrui che permette loro di avere
un’identità. Per loro il partner non ha
valore di per sé ma conta solo nella misura in cui può dare loro qualcosa.
Anche la terza coppia di questo
libro non ha sorti migliori delle precedenti: la loro collusione si basa
sull’assunto implicito che uno, Marco, si prenda cura con infinita
sollecitudine dell’altro, Linda. Marco viene sempre messo nella posizione di
dover portare pazienza perché Linda è malata, soffre di un qualcosa che è per
essere curato ha bisogno dell’amore dell’altro. Linda si pone sempre in credito
dalla vita e Marco è chiamato a pagare quel debito che sembra non finire mai.
Deve sopperire alle difficoltà che ha avuto con la madre, al dolore che le
provoca la sua malattia, mettendo da parte ogni suo desiderio o pretesa. Il
personaggio di Linda viene magistralmente dipinto nella sua insaziabilità, nel
bisogno di tenere tutti intorno a lei sulle spine per passare da uno stato
d’animo all’altro senza apparente ragione, solo con lo scopo di rimanere
perennemente al centro dell’attenzione. Da un lato Linda ha bisogno di Marco ma
dall’altro ha paura di diventare dipendente da lui. Come un bambino piccolo che
sente la necessità della madre ma allo stesso tempo ha paura di non potersi mai
separare da lei.
Quello che rende particolarmente
interessante questo romanzo è il finale. L’autrice in qualche modo ci comunica
quello che tutti noi sospettiamo ma non osiamo dirci: stare in coppia non porta
la felicità semplicemente perché c’è un altro con noi. L’amore non basta.
È necessario anche il desiderio
di crescere ed evolversi insieme, di mettere in comune le proprie fragilità e
affrontarle insieme. Ma per far questo è bene che ciascun partner sia
consapevole di sé al punto da arrivare ad accettarsi e a donarsi all'altro
gettando ogni maschera, e fidandosi.
Questo è il tema intorno al quale
ruota l'ultimo romanzo della Castellano, sempre della Silele Edizioni:
“Passione & Mistero” (2016). Roberta accusa Andrea di non essere del tutto
trasparente nei suoi confronti e di celarle aspetti importanti della sua vita,
legati alle frequenti e inspiegabili sparizioni di lui. Andrea lo nega, ma a
sua volta avverte una difficoltà in Roberta di lasciarsi andare del tutto in un
legame di attaccamento.
Finché entrambi non saranno in
grado di andare a fondo, alle radici dei propri traumi e delle proprie
difficoltà, sarà impossibile che riescano a comunicare in maniera serena e a
costruire un legame sentimentale sano.
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